Lavorare con Antonio Picardi è sempre di grande stimolo. Questa che qui presento è la collezione 2013 le cui fotografie sono state pensate anche in funzione della mostra Rambling Object, presentata a Napoli presso Palazzo Petrucci. Qui di seguito la presentazione di Loredana Rea.
È uno strano duetto quello proposto per questa esposizione: Antonio Picardi dialoga con Teresa Mancini. Il terreno del confronto sono i gioielli, piccole sculture da indossare, che l’uno ha disegnato e l’altra ha interpretato usando la fotografia.
Le ricercatissime geometrie costruite con metalli preziosi e madreperle si rispecchiano nei fotogrammi a creare un gioco sottile di rimandi tra realtà e immagini di essa. L’intento è il raggiungimento di un’ambiguità strenuamente costruita, capace di innescare un articolato processo di astrazione, che l’uno e l’altra riconoscono come parte centrale del loro percorso di ricerca.
La morbidezza del corpo scompare lasciando emergere la raffinata preziosità dell’oggetto scultoreo, in cui l’intersecarsi delle linee e il concretarsi di piccole sfere e dischi sottili suggeriscono la presenza di una natura, sottoposta a un processo di essenzializzazione, messo in atto prima da Picardi, nel momento della progettazione e poi da Mancini, quando, ponendosi di fronte al lavoro dell’artista partenopeo, si è lasciata guidare dalla necessità di attivare un’operazione di ulteriore significazione.
Loredana Rea