“Creatività Senza Limiti”, questo il nome dell’iniziativa promossa dall’ Associazione Nazionale Fotografi Professionisti TAU Visual, che punta al coinvolgimento di quanti, tra i fotografi iscritti all’Associazione ed altri professionisti, si dimostrino interessati a prenderne parte per la realizzazione di un progetto che metta in luce la creatività di persone disagiate: anziani, ragazzi down, carcerati, lungodegenti, disagiati psichici.
I fotografi agiscono come “Tutor” all’interno di strutture quali case di riposo, comunità di recupero, carceri, ecc. con l’ausilio e il supporto tecnico del personale che vive la propria quotidianità nelle strutture stesse. L’iniziativa è a carattere nazionale, i singoli gruppi, infatti, collaboreranno con i loro lavori alla realizzazione di una mostra finale, e di un libro riassuntivo.
La partecipazione dei fotografi è a titolo completamente volontario e gratuito e sarebbe bello poter dire che hanno aderito in molti, ma significherebbe dare un’informazione sbagliata. Ad oggi solo 43, in tutta Italia, i fotografi che hanno aderito all’iniziativa e, prendendo in considerazione Roma e provincia sono 4 i professionisti che hanno accettato l’impegno di portare avanti un gruppo per la realizzazione di un progetto. Per quanto sia difficile ammetterlo non si possono biasimare dubbi e scetticismi sull’adesione all’iniziativa. Di certo si tratta di un compito molto delicato che richiede, oltre a professionalità e preparazione in ambito fotografico, anche molta sensibilità, capacità di problem solving, spirito d’iniziativa, e self control.
Come è stato detto dall’Associazione ai fotografi contattati per partecipare:
“Se alla domanda: vuoi partecipare, la risposta che dai è perché? Allora non devi aderire”.
L’impegno deve essere totale, perché totale è la volontà dei Creativi senza Limiti di affermare la loro soggettività. Non c’è dubbio: non sono “Loro” ad avere Limiti, ma “Noi”.
Quello del fotografo, come ho già detto, è un ruolo delicato, si tratta di creare un equilibrio, che non può non essere precario. L’immagine è quella di un funambolo che deve rimanere presente a se stesso e cosciente per non cadere dalla fune, cercando di controllare emozioni e coinvolgimenti emotivi, ma che allo stesso tempo deve riuscire a catalizzare sguardi e attenzione degli spettatori, utilizzando spesso metodi pragmatici e non tradizionali.
Un percorso quello dei Creativi Senza Limiti che si trasforma in uno scambio reciproco di esperienze ed emozioni. I loro occhi e la loro voglia di realizzare qualcosa, di partecipare a un progetto comune, di accettare una sfida con se stessi e con chi spesso finge che queste realtà non esistano, sono il cuore pulsante dell’iniziativa. Il fotografo deve riuscire a dare gli input più adatti alla decodificazione da parte del singolo, stimolando questi cuori ad entrare in contatto diretto con il mondo che li circonda, quel mondo che forse troppo spesso si dimentica di loro…
Le “loro” limitazioni fisiche e/o mentali sono oggettive e palesi, le “nostre” latenti e molto più pericolose.
…fiori, momenti di vita, paesaggi, sono solo alcuni dei soggetti delle foto scattate finora, foto che permettono ai Creativi di affermare che anche se hanno delle difficoltà non lasciano che queste si trasformino in Limiti e lottano ogni giorno per poterlo dimostrare.
Noemi Mancini